martedì 23 febbraio 2016

L'Eco del grande Professore

Oggi al Castello Sforzesco avrà luogo il funerale di Umberto Eco. 
Beh non si possono scrivere solo cose allegre e divertenti. Un pochino di serietà ci vuole ogni tanto.
E chi ama scrivere, o leggere, non può non amare Eco, se non i suoi libri quantomeno tutto quello che ci lascia.
Eco è per me IL NOME DELLA ROSA. Lo ammetto, non ho letto altro. Anzi, l'ho trovato anche pesante ai tempi; sì perché ero piccolina quando l'ho letto. Mi riprometterlo di riprendere in mano il libro ora che ho giusto qualche rotella in più che gira. Ora se gira male non lo so ma ultimamente girano parecchie cose.
Lui scriveva per insegnare. Era un maestro a tutti gli effetti. Era un filosofo, un docente, un giornalista, era tanto. 
"Non potete scrivere un saggio su un flipper se non avete mai giocato a flipper".
Quanto di vero c'è in tutto questo?
Era intenso, profondo, era uno scrittore alla portata di tutti. E Il nome della Rosa ne è la dimostrazione. L'ho letto io che ai tempi andavo a scuola, così, per la mia passione per i gialli; e lo hanno studiato all'Accademia militare di West Point perché era tra i libri di testo.
Tuttavia rifiutò di andare a insegnare in America perché "non si può vivere in un paese in cui non si fuma, né si beve un caffè". 
Certo, l'Italia è anche altro. Spero.

Voglio ricordare giusto un paio di regole del buon italiano dettate dal Prof. Eco; perché le sento piuttosto come regole di vita che di scrittura a modo.

"Sii sempre più e meno specifico"
"Solo gli stronzi usano parole volgari"
""Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu"

Ciao Umberto, la tua Eco si sentirà nei secoli dei secoli. 

Anche questa volta chiudo con il link al mio libro, nell'attesa prossima del secondo volume, per continuare a omaggiare il professore.


"Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito... perché la lettura è un'immortalità all'indietro."

Grazie Umberto da Madame Twenty

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